martedì, dicembre 13, 2005

Non sono comunista ma...

Ci si chiedeva, qualche giorno fa, quanto gli incentivi al digitale terrestre abbiano aiutato il fratello del premier, quel Paolo Berlusconi titolare attraverso la Solari.com del marchio Amstrad in Italia. La risposta arriva oggi da un articolo de l'Unità, secondo il quale l'Amstrad è balzata, negli ultimi tempi, al sesto posto tra le aziende che vendono decoder per il digitale terrestre. Evidentemente non basta: è di oggi la notizia che il ministro delle Comunicazioni, Landolfi, chiederà di reiterare gli incentivi anche nella prossima finanziaria. Altri 110 milioni di euro, che si aggiungono ai 220 già erogati con le due precedenti leggi di bilancio, a beneficio della famiglia.

da "l'Unità", lunedì 26 settembre 2005

Il boom dell'Amstrad, miracolo berlusconiano del digitale terrestre

Per il calcio Mediaset un pacchetto tutto compreso, anche la sovvenzione di governo. Prezzi bassi, lavoratori cinesi

di Francesco Luti / Roma

La Rai rialza la testa nella "guerra" degli ascolti? I pubblicitari sono costretti a rivedere i loro investimenti in funzione dell' inatteso exploit delle prime serate di Rai Uno? Niente paura, il fiuto per gli affari (suoi) della famiglia Berlusconi ha escogitato l'ennesimo stratagemma per trasformare l'elettrodomestico più amato dagli italiani in un gigantesco (e discutibile) affare...
Circa due anni fa il governo varava un contributo di 70 euro, per incentivare l'acquisito dei nuovi decoder del digitale terrestre. Mentre l'ex ministro Gasparri se ne andava in giro per il paese decantando le virtù della nuova tecnologia, sponsorizzata da Palazzo Chigi, che nel Paese (quello reale) si vedeva poco o nulla, molti dei decoder immessi frettolosamente sul mercato sono inadatti ai programmi pay per view, ad esempio al calcio a pagamento di Mediaset.
Un clamoroso autogol, cui Silvio e Paolo Berlusconi hanno deciso di rimediare. A modo loro. La finanziaria di proprietà di Paolo Berlusconi, la Pbf Srl, operativa nel mercato dell'elettronica di consumo attraverso la Solari.com srl, importa e distribuisce in Italia i prodotti Amstrad (società internazionale con sede a Londra), tra cui in particolare anche decoder digitale terrestre del tipo Mhp, cioè quelli sovvenzionati con i 70 euro di sussidio previsti dalla Finanziaria. Nel giro di sei mesi, da gennaio a luglio 2005, l'Amstrad è diventata la sesta azienda su 22 per quote di mercato nella vendita di decoder dtt e il fatturato della Solari.com è improvvisamente raddoppiato (141 milioni di euro).
Quasi inutile sottolineare qualche altra piccola "coincidenza": la società ha iniziato a commercializzare decoder per la nuova tecnologia a gennaio, lo stesso mese in cui è stato lanciato il servizio di pay per view Mediaset Premium; i decoder dtt Amstrad vengono venduti in "bundle" (cioè in un unico pacchetto) con una smart card ricaricabile Mediaset Premium; il tutto, naturalmente, attraverso le televendite Mediashopping (marchio del gruppo di Cotogno) in onda sui canali Mediaset e sul web.
Amstrad, al pari degli altri produttori e distributori di decoder del digitale terrestre, beneficia dei sussidi in via indiretta (l'incentivo è di fatto una promozione del bene, il cui costo viene ridotto da uno sconto sul prezzo di listino), mentre Mediashopping ne beneficia in via diretta, ottenendo il rimborso dei sussidi come esercizio commerciale.

Un'ultima piccola curiosità: uno dei principali motivi del successo dei Berlusconi decoder è il prezzo, particolarmente basso. I ricevitori col marchio Amstrad vengono infatti interamente assemblati in Cina e immessi sul mercato italiano ad un prezzo inavvicinabile per gli altri compe-titor. Un affare. Vallo a spiegare al "nuovo" ministro dell'Economa Tremonti che, sul finire del suo primo incarico, si chiedeva: «Come puoi competere coi cinesi se tu hai la legge 626 e loro inquinano? Se hai l'articolo 18 e loro no?». Adesso è più chiaro: basta farli lavorare per te a casa loro. Magari con un contributo di 70 euro nato da un'idea di tuo fratello.